Le navi vecchie vanno in pensione e nel frattempo le compagnie inaugurano navi all’avanguardia, efficienti, di maggiori dimensioni e sempre più green.
Il fattore sostenibilità è uno dei segreti del sempre più diffuso successo dei viaggi in crociera, che oggi attirano fasce d’età più giovani e più attente all’ambiente.
In questo, il Covid ha dato grande accelerazione al rinnovo delle flotte. Dall’inizio della pandemia, infatti, sono state dismesse 38 navi. Solo nel 2022 le navi dirette alla demolizione sono state 18. Numeri nuovi per un settore che fino al 2019 pensionava in media 2-3 navi l’anno. Il cambiamento è stato spinto dai costi di manutenzione che avevano le vecchie navi ferme in porto o in rada e dall’aumento del prezzo dell’acciaio che ha invogliato le demolizioni di unità non più performanti.
Contemporaneamente, le compagnie di crociera hanno portato avanti i propri piani industriali, continuando a costruire. Il risultato è che, nonostante le dismissioni, le flotte sono cresciute: dalle 270 navi del pre Covid siamo passati alle 293 di oggi. I posti letto, che erano 539.000 del 2019, ora sono 614.000.
Quindi adesso ci sono più navi da crociera, che sono molto più giovani e di conseguenza decisamente più green. I nuovi obiettivi di sostenibilità del settore crocieristico – fino all’ambizioso traguardo delle zero emissioni di carbonio entro il 2050 – spingono le compagnie a utilizzare tecnologie sempre più all’avanguardia e carburanti più puliti (gas naturale liquefatto, metanolo e biocarburanti).
Ci sono altre 44 navi da crociera già ordinate ai cantieri e che debutteranno nei prossimi cinque anni, che saranno ancor più efficienti e che sicuramente riserveranno altre sorprese in chiave tecnologica e ambientale.