Riprendono da quest’anno le crociere in Turchia. Dopo un’assenza che è durata circa quattro anni ed è stata causata soprattutto dai timori legati alla sicurezza dopo i numerosi attacchi terroristici avvenuti nel Paese e il fallito colpo di stato, una nave da crociera ha di nuovo attraccato a Istanbul.
Nelle scorse settimane infatti la Regent Seven Seas Voyager, nave che trasportava 750 passeggeri, soprattutto italiani e greci, è giunta nel porto di Sarayburnu, nella città turca, e al suo arrivo è stata accolta da una banda militare che indossava costumi ottomani.
Riportare le crociere in Turchia è considerato dal Paese un fattore essenziale per un definitivo rilancio del turismo dopo la battuta d’arresto. E già lo scorso anno è cominciata la ripresa dei flussi di viaggiatori e la Turchia ha fatto segnare nuovi record, anche grazie alla svalutazione della lira turca. Ma non sono ancora state recuperate le presenze di visitatori europei rispetto al periodo precedente al 2015.
Adesso si attendono circa 40 navi a Istanbul entro ottobre e le previsioni sono di un raddoppio delle unità l’anno prossimo.
Già a febbraio scorso Norwegian Cruise Line Holdings aveva annunciato il ritorno delle sue navi in Turchia nel 2019. Il ceo Frank Del Rio aveva parlato di un ritorno nel Mediterraneo orientale nell’anno in corso, con tappa in Turchia, programmando 12 partenze e 20 in calendario per il 2020.
«Il fatto che in particolare il cliente nordamericano, che prenota la buona parte delle nostre crociere nel Mediterraneo orientale, voglia farvi ritorno e sia disposto anche a pagare un prezzo più alto promette bene per il 2020 – ha detto Del Rio – L’unico rischio è che gli itinerari vanno sviluppati e venduti da 18 a 24 mesi prima della partenza».
Se non ci saranno interruzioni o valide ragioni per non andare nel Mediterraneo orientale, Ncl si aspetta un aumento nel numero di partenze a partire dal 2020 e ancor più nel 2021.
Del Rio ha aggiunto che quando il Mediterraneo orientale funziona, «è il migliore di tutti gli itinerari» ed è quello che quest’anno ha dato ai gestori più margine di manovra per aumentare i prezzi.